De "La misteriosa scomparsa della Gioconda
a cura di:
carmelafiorellamazza@libero.it
Se fossi chiamata a dare un appellativo all'autore, lo
definirei "lo scrittore capace di donare una vita umana ai personaggi
delle opere d'arte",...chissà se per amore o per infinita ammirazione. E'
nell'aria un che di misterioso intorno a Rezah Kasijgar, un persiano,
commerciante di preziosi, che fa ingresso al
Museo del Louvre e si dirige spedito verso le sale che lo interessano.
All'improvviso, viene colto da un gradevole raggio di luce, si sente sovra pensiero
"come distratto da qualcosa di cui non si rende conto." Si
accorge di una giovane donna "che sembra voler catturare con prepotenza la
sua attenzione", dalla quale non riesce a distogliere lo sguardo. Essa
emana un fluido magnetico che continua ad attrarlo.
Il fascino della narrazione consiste nella dovizia dei
particolari, un crescendo d'immagini e di sensazioni che fanno da tramite alla
storia, rendendola nuova e velata di mistero. Protagonista è la donna, non eccessivamente
bella, dal trucco curioso all'orientale. Rezah Kasjgar non le stacca lo sguardo. La donna, dal canto suo,
non mostra alcun fastidio ad essere scrutata: è sicura di sè e rivolge all'uomo
un dolce sorriso ammiccante ed enigmatico. La sua voce è coinvolgente, dalle
inflessioni sensuali.
La curiosità del lettore è già stimolata al massimo:...chi sarà mai quella donna?
Sorpresa delle sorprese, è la Gioconda di Leonardo da Vinci!
Monna Lisa, insofferente d'essere stata per troppo tempo all'interno del quadro,
è in procinto di fuggire... Come ebbe a confidare alla Susanna, si sentiva
osservata, "quasi fosse l'animale in gabbia di un circo, e nulla
più!"
Non fu soddisfatta del modo in cui Leonardo l'aveva rappresentata, non essendo stata,
nella precedente vita, una moglie devota e serena. Leonardo ne fu consapevole: eseguì
il ritratto, come gli fu ordinato dal marito. Avendo immaginato il suo
scontento, le sussurrò all'orecchio di aver posto sulla punta di un dito della
sua mano destra il sigillo della sua energia: proprio in quel punto, era
presente il suo spirito; lo avrebbe potuto utilizzare nel modo che riteneva più
consono.
L'assicurò che nessun critico sarebbe stato in grado di scoprire il suo
segreto, per la limitatezza degli umani. Monna Lisa provava da tempo il
desiderio di riappropriarsi della sua vita, per poterla vivere come lei l'aveva
sognata..., che invece si spezzò nel maledetto giorno in cui il suo amico
Giuliano l'aveva buttata sul letto... Andò tutto storto, da quel giorno!
Liza vuole una nuova opportunità, in cui disporre di una completa e serena indipendenza,
vuol liberarsi da quell'intimo grande rancore, per cui pagarono le sue
sventurate figlie; infine vuol conoscere il vero amore, "ripagato e
libero". Si servirà dell'uomo che le sta di fronte, per uscire
indisturbata dal Museo.
Fuori è un mondo nuovo, a lei sconosciuto. I suoi poteri, però, le consentono di
procedere spedita per le vie di Parigi: osserva la gente, si ferma alle vetrine
dei negozi, curiosa nelle librerie, accede ai ristoranti di cui gusta le
prelibatezze. Nessuno si accorge della sua natura diversa. Ignara d'ogni tipo
di tecnologia, non sa cosa sia una macchina fotografica, né sa spiegarsi a cosa
servano quelle scatolette smanettate dai giovani.
Infine, stanca della prima giornata di libertà, si rannicchia sulla panchina di
un piccolo parco, trasformandosi in essenza priva di materialità. "Assorbì
interamente la pace della notte."
Liza non vuole perdersi niente: osserva gli uomini nei gesti, nel modo di parlare,
di ridere; osserva le donne, il loro modo di rapportarsi con la borsetta.
S'imbatte e fa amicizia con due giovani donne sensuali ed eccentriche, che la riconoscono:
anch'esse provengono da un quadro, raffigurante l'Amore sacro e l'Amore profano
di Tiziano. Clara e Chiara sono amanti; una volta uscite dal quadro, hanno dato
sfogo alla loro passione. Insegnano a Liza come controllare il flusso delle sue
doti misteriose, che un forte turbamento o una paura improvvisa o un eccesso
"di quel tipo di piacere" potrebbe fare sparire... Unico rimedio, in
tal caso, è di abbandonare immediatamente la condizione umana ed assumere lo
stato non materico!
Liza scopre di appassionarsi ai libri: ne compra d'ogni
genere, memore del fatto che nella sua precedente vita non le fu consentito di
saper leggere. S'imbatte in un giovane regista del cinema-contro: bello
d'aspetto, capelli lunghi e biondi raccolti a codino, maglione largo, pantaloni
aderentissimi di raso, una lunga sciarpa dai colori cangianti, le cui mani
sembrano farfalle "intente a svolazzare di fiore in fiore." Liza ne
viene attratta e Nicolas mostra di non avere occhi che per lei; tuttavia le
rivela di sentirsi attratto dal suo stesso sesso ed è reduce da una recente
delusione d'amore. Tra i due nasce una bell'amicizia, della quale Liza si sente
soddisfatta: niente sesso, dopo le brutte esperienze che aveva avute. Con lui,
di pericoli non ne avrebbe corsi di certo! Nicolas l'avrebbe introdotta nel
mondo degl'intellettuali parigini.
Liza possiede quel particolare fascino un po’ da donna un po’ da dea, che certo
non lascia indifferente un uomo: il suo modo di muoversi, il vestire, quel suo vezzo
di accovacciarsi sulla gamba... La loro amicizia, a tratti, sa di ben altro.
Decidono di condividere l'appartamento di lui. C'è confidenza tra di loro,
parlano di tutto e Liza sa ascoltare. Nonostante la sua diversità, Nicolas la
guarda, ne ammira il fascino che lo stordisce... Tra di loro, "un momento
intenso, forse magico, forse nefasto"...e Nicolas fugge. Poi ritorna e
ancora..., quel bacio lungo e intenso! E' Liza a staccarsi, per il timore che
proprio quel bacio possa dividerli per sempre. Aveva visto bene Liza: l'indomani,
Nicolas sparisce e le comunica con un biglietto che non intende più
rivederla... L'istinto le fa dire d'inseguirlo: lei donna, non avrebbe chiuso
senza un chiarimento...
Le avventure continuano: Liza si dà da fare, incontra nuovi amici, si dedica al
volontariato, s'interessa alla politica, si fa delle sue opinioni, mostrando in
tutto sicurezza e competenza. Lascia Parigi, si reca a Torino. In fondo lei è
italiana. Conosce Michele Arnaud, giornalista. "Prese a guardarlo e a studiarlo
un po’...: capelli lisci castani che gli cadevano scomposti sulla fronte, con
gli occhi d'un bel verde caldo, dotati di un'espressione acuta e intelligente."
Anche Michele è attratto da lei: "continuava a guardarla, in modo
discreto. Ovviamente la sua condizione umana non gli consentì di scrutare cosa
vi fosse dentro. Provò comunque una forte sensazione; quella di vedervi la terra
intera, il passato e il futuro." Lo scrittore, che si trasforma in poeta di
grande sentimento... Ancora, "Liza sentiva che l'amore stava bussando imperioso
alla sua porta". Lui "continuava a fissarla in un modo che la diceva lunga".
E' lei a prendere l'iniziativa: "poggiò le labbra su
quelle di lui, delicata, ferma, decisa. Lui rimase un attimo impietrito...No,
non così Liza!" L'eterna differenza tra i due sessi: la donna decisa nei
sentimenti ed istintiva, l'uomo che vuol pensarvi, ma che vuol prendere
l'iniziativa, perché pretende di voler disporre!
Liza avverte che quel sentimento, che le era stato negato nella precedente vita,
"ora sembra affacciarsi all'orizzonte". Si concede, ma non completamente.
Dovrà fare attenzione "a che i fantasmi non venissero a terrorizzarla",
spingendola a fuggire. Con sgomento, si rese conto di come la sua fisicità
avesse iniziato a perdere consistenza"...
Liza, fiera e decisa su tutto, non trova il coraggio di donarsi completamente ad
un uomo, come temesse che qualcuno volesse chiuderla in gabbia... Rivela la sua
vera natura a Michele, che "si sentì investito come da una forte
raffica di vento, da un devastante uragano." Egli ne è, però, talmente invaghito,
che non osa pensare di separarsi da lei. A questo punto, cosa farà mai
Liza? Si concederà completamente all'uomo e resterà con lui o preferirà
adottare una soluzione diversa? E' tutto da scoprire!
D'altra parte, le situazioni alternanti e i colpi di scena non sono rari per lo
scrittore.
E' così accattivante il racconto, che viene da pensare che un giorno ci si possa
imbattere davvero nella Gioconda...A me è ritornata la passione di visitare con
un'attenzione "particolare" i Musei!
Ancora una volta, complimenti!
Fiorella Mazza. Catania 27 giugno 2014.