Wednesday 19 November 2014

Piccole storie, quasi comuni di Fiorella Mazza

Recensione


Dove c'è colore è amore!

Molto coinvolgente questa raccolta di “Brevi storie” di Fiorella Mazza, scritte con tono asciutto e pacato, che non concede spazio a digressioni, e ad immagini troppo fantasiose: “ In quei momenti di socialità, la durezza spariva dai loro volti appena sbarbati, sorridenti, ben disposti, al cospetto di una partita a scopone”; oppure: “Il bello era il balcone, minuscolo, dal quale al mattino scorgeva l’orizzonte: era uno di quei momenti speciali, nel quale metteva in atto la sua capacità di spingersi con la mente lontano”.

Si tratta di storie di grandi solitudini, come nel caso di Arturo, che visse cent’anni, dopo aver avuto “una esistenza terrena agiata e in apparenza tranquilla, ma priva di sentimenti profondi e durevoli, a causa della sua scarsa capacità di comunicare”; o con i protagonisti che riuscivano ad avere come compagni solo delle ombre o delle macchie su di un muro. Storie spesso di semplice dolorosa quotidianità, con figure “complicate, mai contente, guardinghe”, a volte perdenti, come Gaia, che aveva “la sensazione di essere sbagliata in tutto”;  o Sabatino che riuscì ad instaurare un vero rapporto affettivo solo con un cane sperduto; ma anche di cupa tragedia come nel brano sull’innocente condannato a trent’anni, che i carabinieri portarono via dall’aula di tribunale, “senza aspettare che lui staccasse la spina ai pensieri assillanti che non avevano smesso di frullargli dentro”.

Non sarebbe però corretto limitarsi a questi aspetti dolorosi. Si tratta infatti anche di storie intrise di grande delicatezza, come in quella della bambina down, sui cui bei capelli biondi era venuta a posarsi una farfalla azzurra; o di narrazioni velate di un sottile sentimento consolatorio. Un caso merita di essere citato da questo punto di vista: quello della signorina Rosa, che finì per presentarsi “nella sua forma più splendente, rendendo soffice e trasparente la sua chioma, e profumandosi di mughetto” e che prese a raccontare dolci storie al piccolo Emilio, mai nato, per farlo addormentare sereno.

Personaggi poi non sempre perdenti, ma anche pragmatici, rassicuranti, come Piera, con notazioni anche di pura positività: “A zero i tristi pensieri, niente segno di rassegnazione, soltanto la gioia del presente!” O come il piccolo Fabrizio, che cresceva sano e forte, pur avendo un grave handicap, e che improvvisamente guarì, per l’affetto che provava nei confronti di un ragazzo down e di alcuni immigrati di colore.

Storie, infine, tutte introdotte da brevi poesie, che ne anticipano il senso: “Ombre/ che percepisci vicine,/ poi s’allontanano…”; “neppure so,/ come avrei voluto/ fossi stato”; e soprattutto storie per nulla scontate e certamente non stucchevoli. Un libro avvincente, ben scritto e soprattutto da leggere tutto d’un fiato. Vivi complimenti a Fiorella Mazza.

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