Friday 18 July 2014

De "La misteriosa scomparsa della Gioconda

a cura di: carmelafiorellamazza@libero.it


Se fossi chiamata a dare un appellativo all'autore, lo definirei "lo scrittore capace di donare una vita umana ai personaggi delle opere d'arte",...chissà se per amore o per infinita ammirazione. E' nell'aria un che di misterioso intorno a Rezah Kasijgar, un persiano, commerciante di preziosi, che fa ingresso al Museo del Louvre e si dirige spedito verso le sale che lo interessano.
All'improvviso, viene colto da un gradevole raggio di luce, si sente sovra pensiero "come distratto da qualcosa di cui non si rende conto." Si accorge di una giovane donna "che sembra voler catturare con prepotenza la sua attenzione", dalla quale non riesce a distogliere lo sguardo. Essa emana un fluido magnetico che continua ad attrarlo.

Il fascino della narrazione consiste nella dovizia dei particolari, un crescendo d'immagini e di sensazioni che fanno da tramite alla storia, rendendola nuova e velata di mistero. Protagonista è la donna, non eccessivamente bella, dal trucco curioso all'orientale. Rezah Kasjgar non le  stacca lo sguardo. La donna, dal canto suo, non mostra alcun fastidio ad essere scrutata: è sicura di sè e rivolge all'uomo un dolce sorriso ammiccante ed enigmatico. La sua voce è coinvolgente, dalle inflessioni sensuali.
La curiosità del lettore è già stimolata al massimo:...chi sarà mai quella donna? Sorpresa delle sorprese, è la Gioconda di Leonardo da Vinci!
Monna Lisa, insofferente d'essere stata per troppo tempo all'interno del quadro, è in procinto di fuggire... Come ebbe a confidare alla Susanna, si sentiva osservata, "quasi fosse l'animale in gabbia di un circo, e nulla più!"
Non fu soddisfatta del modo in cui Leonardo l'aveva rappresentata, non essendo stata, nella precedente vita, una moglie devota e serena. Leonardo ne fu consapevole: eseguì il ritratto, come gli fu ordinato dal marito. Avendo immaginato il suo scontento, le sussurrò all'orecchio di aver posto sulla punta di un dito della sua mano destra il sigillo della sua energia: proprio in quel punto, era presente il suo spirito; lo avrebbe potuto utilizzare nel modo che riteneva più consono.
L'assicurò che nessun critico sarebbe stato in grado di scoprire il suo segreto, per la limitatezza degli umani. Monna Lisa provava da tempo il desiderio di riappropriarsi della sua vita, per poterla vivere come lei l'aveva sognata..., che invece si spezzò nel maledetto giorno in cui il suo amico Giuliano l'aveva buttata sul letto... Andò tutto storto, da quel giorno!
Liza vuole una nuova opportunità, in cui disporre di una completa e serena indipendenza, vuol liberarsi da quell'intimo grande rancore, per cui pagarono le sue sventurate figlie; infine vuol conoscere il vero amore, "ripagato e libero". Si servirà dell'uomo che le sta di fronte, per uscire indisturbata dal Museo.
Fuori è un mondo nuovo, a lei sconosciuto. I suoi poteri, però, le consentono di procedere spedita per le vie di Parigi: osserva la gente, si ferma alle vetrine dei negozi, curiosa nelle librerie, accede ai ristoranti di cui gusta le prelibatezze. Nessuno si accorge della sua natura diversa. Ignara d'ogni tipo di tecnologia, non sa cosa sia una macchina fotografica, né sa spiegarsi a cosa servano quelle scatolette smanettate dai giovani.
Infine, stanca della prima giornata di libertà, si rannicchia sulla panchina di un piccolo parco, trasformandosi in essenza priva di materialità. "Assorbì interamente la pace della notte."
Liza non vuole perdersi niente: osserva gli uomini nei gesti, nel modo di parlare, di ridere; osserva le donne, il loro modo di rapportarsi con la borsetta.
S'imbatte e fa amicizia con due giovani donne sensuali ed eccentriche, che la riconoscono: anch'esse provengono da un quadro, raffigurante l'Amore sacro e l'Amore profano di Tiziano. Clara e Chiara sono amanti; una volta uscite dal quadro, hanno dato sfogo alla loro passione. Insegnano a Liza come controllare il flusso delle sue doti misteriose, che un forte turbamento o una paura improvvisa o un eccesso "di quel tipo di piacere" potrebbe fare sparire... Unico rimedio, in tal caso, è di abbandonare immediatamente la condizione umana ed assumere lo stato non materico!

Liza scopre di appassionarsi ai libri: ne compra d'ogni genere, memore del fatto che nella sua precedente vita non le fu consentito di saper leggere. S'imbatte in un giovane regista del cinema-contro: bello d'aspetto, capelli lunghi e biondi raccolti a codino, maglione largo, pantaloni aderentissimi di raso, una lunga sciarpa dai colori cangianti, le cui mani sembrano farfalle "intente a svolazzare di fiore in fiore." Liza ne viene attratta e Nicolas mostra di non avere occhi che per lei; tuttavia le rivela di sentirsi attratto dal suo stesso sesso ed è reduce da una recente delusione d'amore. Tra i due nasce una bell'amicizia, della quale Liza si sente soddisfatta: niente sesso, dopo le brutte esperienze che aveva avute. Con lui, di pericoli non ne avrebbe corsi di certo! Nicolas l'avrebbe introdotta nel mondo degl'intellettuali parigini.
Liza possiede quel particolare fascino un po’ da donna un po’ da dea, che certo non lascia indifferente un uomo: il suo modo di muoversi, il vestire, quel suo vezzo di accovacciarsi sulla gamba... La loro amicizia, a tratti, sa di ben altro. Decidono di condividere l'appartamento di lui. C'è confidenza tra di loro, parlano di tutto e Liza sa ascoltare. Nonostante la sua diversità, Nicolas la guarda, ne ammira il fascino che lo stordisce... Tra di loro, "un momento intenso, forse magico, forse nefasto"...e Nicolas fugge. Poi ritorna e ancora..., quel bacio lungo e intenso! E' Liza a staccarsi, per il timore che proprio quel bacio possa dividerli per sempre. Aveva visto bene Liza: l'indomani, Nicolas sparisce e le comunica con un biglietto che non intende più rivederla... L'istinto le fa dire d'inseguirlo: lei donna, non avrebbe chiuso senza un chiarimento...
Le avventure continuano: Liza si dà da fare, incontra nuovi amici, si dedica al volontariato, s'interessa alla politica, si fa delle sue opinioni, mostrando in tutto sicurezza e competenza. Lascia Parigi, si reca a Torino. In fondo lei è italiana. Conosce Michele Arnaud, giornalista. "Prese a guardarlo e a studiarlo un po’...: capelli lisci castani che gli cadevano scomposti sulla fronte, con gli occhi d'un bel verde caldo, dotati di un'espressione acuta e intelligente." Anche Michele è attratto da lei: "continuava a guardarla, in modo discreto. Ovviamente la sua condizione umana non gli consentì di scrutare cosa vi fosse dentro. Provò comunque una forte sensazione; quella di vedervi la terra intera, il passato e il futuro." Lo scrittore, che si trasforma in poeta di grande sentimento... Ancora, "Liza sentiva che l'amore stava bussando imperioso alla sua porta". Lui "continuava a fissarla in un modo che la diceva lunga".

E' lei a prendere l'iniziativa: "poggiò le labbra su quelle di lui, delicata, ferma, decisa. Lui rimase un attimo impietrito...No, non così Liza!" L'eterna differenza tra i due sessi: la donna decisa nei sentimenti ed istintiva, l'uomo che vuol pensarvi, ma che vuol prendere l'iniziativa, perché pretende di voler disporre!
Liza avverte che quel sentimento, che le era stato negato nella precedente vita, "ora sembra affacciarsi all'orizzonte". Si concede, ma non completamente. Dovrà fare attenzione "a che i fantasmi non venissero a terrorizzarla", spingendola a fuggire. Con sgomento, si rese conto di come la sua fisicità avesse iniziato a perdere consistenza"...
Liza, fiera e decisa su tutto, non trova il coraggio di donarsi completamente ad un uomo, come temesse che qualcuno volesse chiuderla in gabbia... Rivela la sua vera natura  a Michele, che "si sentì investito come da una forte raffica di vento, da un devastante uragano." Egli ne è, però, talmente invaghito, che non osa pensare di separarsi da lei.  A questo punto, cosa farà mai Liza? Si concederà completamente all'uomo e resterà con lui o preferirà adottare una soluzione diversa? E' tutto da scoprire!
D'altra parte, le situazioni alternanti e i colpi di scena non sono rari per lo scrittore.
E' così accattivante il racconto, che viene da pensare che un giorno ci si possa imbattere davvero nella Gioconda...A me è ritornata la passione di visitare con un'attenzione "particolare" i Musei!
Ancora una volta, complimenti!

Fiorella Mazza. Catania 27 giugno 2014.